Diatriba d’amore contro un uomo seduto
traduzione di Angelo Morino e Maria Rosaria Omaggio
Roland Ricaurte chitarra, voce, percussioni
Alex Taborri tastiere, charango, acordeón
costumi Sandra Cardini
sartoria AnnaMode Costumes
ideazione scenica Emanuela Giordano
distribuzione PIGRECODELTA
Rappresentare Márquez è un po’ come leggerlo: bisogna calarsi pienamente in un mondo di donne forti e di uomini deboli, di passioni travolgenti e di desideri infantili, dove la sfida maggiore è l’insufficienza delle risorse convenzionali per rendere credibile la vita. Sul palcoscenico, come nelle pagine di un suo romanzo, tutto può succedere: la realtà sfuma in quello che si chiama realismo magico, ma che Gabo, come si faceva chiamare dagli amici, afferma essere solo frutto di una tierra, dove si vive una realtà esagerata, fuori dal comune.
Gabriel García Márquez commentava, nel corso della stesura della piéce che, se questa non fosse stata un’opera teatrale sul rapporto di coppia, sarebbe stata almeno un’ottima prova sulla disgrazia della felicità», aggiungendo che a quell’idea idiota…va dato fuoco!
Va chiarito che alludeva alla cosiddetta felicità borghese, quella che punta tutto unicamente sul benessere economico e sul riconoscimento di uno status sociale.
“Niente somiglia tanto all’inferno come un matrimonio felice. Solo un Dio maschio poteva regalarmi questa bella scoperta per le nostre nozze d’argento”, sono le prime parole di Graciela che, sul punto di celebrare venticinque anni di matrimonio, sciorina i suoi sentimenti. Lei, donna di un qualunque Sud del mondo, è figlia di una lavandaia, ma è riuscita ad ascendere socialmente, dedicandosi agli studi, per diventare all’altezza del marito. Dopo tanti anni di matrimonio felice, torna all’etica delle sue radici, alla sua genuina umanità, reclamando un bisogno primario d’amore. Va avanti decisa, raccontando, sviscerando il travaglio di tutta una vita di sottaciuti compromessi, le delusioni di donna tradita, per gettare via il passato con accorato coraggio e con grande determinazione. E la diatriba culmina in un finale sorprendente.
L’ideazione scenica della Giordano concepisce un’idea da “realismo magico” valorizzata da giochi di luci-ombre e dal vallenato, la musica colombiana amata da Gabo, eseguita dal vivo dai polistrumentisti Ricaurte e Taborri in scena con la protagonista.
Il testo porta inevitabilmente il marchio del suo grande autore: il premio Nobel coniuga un linguaggio curato con metafore delicate: “Hai avuto l’amore in casa e non hai saputo riconoscerlo”, “L’aereo sembra un miracolo, ma va così veloce che arrivi solo col corpo, e poi una si muove per due o tre giorni come una sonnambula, finché non arriva l’anima rimasta indietro”. Come i versi di una sua poesia, che qui è diventata una canzone: Se qualcuno una mattina suona alla tua porta … E credi ancora nel dolore dell’allegria… apri che è l’amore, amica mia. Il ritmo incalzante accende, la luce affascina, il linguaggio portentoso ammalia e l’emozione scende in sala coinvolgendo gli spettatori.
GABRIEL JOSÉ DE LA CONCORDIA GARCÍA MÁRQUEZ
Soprannominato Gabo, nato in Colombia ad Aracataca il 6 marzo 1927 e scomparso a Città del Messico il 17 aprile 2014, è stato uno scrittore, giornalista e saggista colombiano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1982. Fra le sue opere: Cent’anni di solitudine, Cronaca di una morte annunciata, L’autunno del patriarca, L’amore ai tempi del colera, Dell’amore e di altri demoni.
MARIA ROSARIA OMAGGIO
Un’attrice che è divenuta popolare in Italia giovanissima attraverso il piccolo e il grande schermo, non tralasciando mai il teatro. Negli ultimi anni ha rivolto una particolare attenzione al rapporto letteratura e teatro, offrendo significative e applaudite prove e mettendo in scena, tra gli altri: Zang Tumb Tumb-concerto futurista, D’Annunzio e Duse, Italo Cavino, Primo Levi, Gabriel García Márquez. Per l’interpretazione di Oriana Fallaci nel film “Walesa, Uomo della speranza” del premio Oscar polacco Andrzej Wajda ha ricevuto il Premio Pasinetti alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, l’Arechi d’oro del 67° Festival del cinema di Salerno, il premio Palladium e il premio Oriana Fallaci 2014. Sempre attenta al sociale, è Goodwill Ambassador Unicef.
EMANUELA GIORDANO
Gli studi universitari, con indirizzo cinema e teatro, l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, i numerosi corsi al Centro Sperimentale di Cinematografia e di sceneggiatura americana, il corso universitario di scrittura scenica con Eduardo De Filippo le hanno permesso di sviluppare un doppio percorso professionale indirizzato alla scrittura scenica e alla regia. L’amore per la letteratura le ha fatto portare in teatro e con successo testi come “Va dove ti porta il cuore”, “Doña Flor e i suoi due mariti”, “La commedia di Orlando” e “Nuda proprietà” dal romanzo “Piangi pure” di Lidia Ravera .
ROLAND RICAURTE
è un etnomusicologo, compositore e musicista polistrumentista colombiano. In seguito agli studi e al lavoro di ricerca, realizza numerosi progetti musicali. Oggi possiede la più grande collezione di strumenti musicali del continente sudamericano, “IL MUSEO CHE SUONA”, con cui si dedica al lavoro compositivo, didattico e concertistico nell’ambito della World Music. Dal 2009 collabora con il musicista polistrumentista ALEX TABORRI al progetto TINKU, premiato per l’originalità dei suoni e del lavoro compositivo dai maestri Ennio Morricone e Nicola Piovani.