Zang Tumb Tumb

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Da Il Messaggero di lunedì 26 agosto 1997

Il debutto di “Zang Tumb Tumb”
Todi festival, il gioco sonoro con la Omaggio
di Giuseppe Bruschetti

Lo spettacolo, ispirato nel titolo ad una celebre composizione di Marinetti, caratterizza quelle qualità, vocali ed interpretative, che sapevamo appartenere alla protagonista.
Le parole in libertà, sostenute dal ritmo e dai suoni del percussionista Livio Matrone, ricostruiscono con le tecniche di oggi la magica atmosfera del Teatro Magnetico, ideato intorno agli anni 20 da Prampolini, Casavola e Marinetti. Incandescenze cromatiche della scena, ritmo e con esso la voce che sibila, ulula, romba e si accorda con i ritmi delle percussioni, in un gioco sonoro senza confini. Sono questi gli elementi essenziali dello spettacolo, dove lo spettatore vive delle naturali suggestioni. Tanti applausi a Maria Rosaria Omaggio, che, con la sua voce diventa strumento e parte integrante con il ritmo e la luce, ha conquistato una platea attenta, facendogli conoscere il volto supersensibilistico e surreale del futurismo, la cui poetica è stata troppo spesso ridotta a semplice esaltazione della modernità.

Da Il Tempo di domenica 31 agosto 1997

L’arte di Marinetti rivive al Todi Festival
Maria Rosaria Omaggio Musa del Futurismo
di Anna Maria Turi

PROFETI di una Nuova Era furono i futuristi. Trampolini, Casavola, Marinetti, con il Teatro Magnetico rappresentato negli anni Venti, a Roma, al Teatro degli Indipendenti.

L’evento scenico non sollecitava più separatamente i sensi, ma produceva sensazioni visive e auditive intercambiabili, perché la molteplicità del mondo poteva artisticamente e tecnologicamente essere ricondotta all’unità e l’arte era unione, religione, un vento cosmico che tutto investiva e trasmutava. La poesia, come esoterismo, ipnotismo e psicologia del profondo, era sono-cromoterapia. A distanza di tempo, la generazione che è già quasi del terzo millennio fa propri i dettami del modernismo e del dinamismo futurista, scoprendone le ragioni soprasensibili e spiritualistiche. “Zang Tumb Tumb” la poesia dal titolo onomatopeico di Filippo Tommaso Marinetti, è ripreso oggi da un particolare e suggestivo spettacolo-concerto rappresentato al Todi Festival che ripropone antologicamente testi di Paolo Buzzi, Filippo Tommaso Marinetti, Russolo, Casella, Palazzeschi, Depero, Ginanni e altri, con proiezioni di opere di Giacomo Balla.

“Posseduta dallo spirito di Marinetti”. Questo hanno detto di una trasfigurata Maria Rosaria Omaggio le figlie di alcuni futuristi che erano presenti alla rappresentazione dello spettacolo. Attrice caleidoscopica nel produrre voci in infinite variazioni di toni e in movimenti pregnanti come crittogrammi, Maria Rosaria Omaggio ha suscitato una grossa emozione.

I futuristi avevano l’intona-rumori, gorgogliatore, ronzatore, ululatore, crepitatore che imitava un po’ rozzamente il ruscello o la mitraglia. Invece il sintetizzatore elettronico di Livio Matrone si è coniugato in modo sofisticato alla danza degli spiriti degli elettroni, evocata anche dalla musica virtuale di Roberto Rosi, dai vortici di luce di Augusto Canu, dalle espressioni corporee di Daria Benedetti e dai rivestimenti curati da Rosalba Stamatopulos.

Da La Nazione, Il Giorno, Il resto del Carlino e Il Piccolo di venerdì 29 agosto 1997

Todifestival
Omaggio, la Signora dell’armonia cosmica
di Luciana Libero

Chissà cosa avrebbero combinato Marinetti e Company disponendo di un computer e una consolle in grado di coordinare fonica, illuminotecnica, proiezioni, effetti sonori e visivi. Avrebbero finalmente messo in pratica il loro teatro totale e magnetico, usando arte, sperimentazione, tecnologia. Senza paura di essere fischiati ma anzi travolti da successo e ovazioni. É quanto è accaduto a Maria Rosaria Omaggio l’altra sera al TodiFestival che, mescolando Futurismo a New Age, ha dato vita con “Zang Tunb Tunb” ad una opera-concerto strabiliante, alchemica. Una fantasmagoria di magnetismo e cromatismo, di guizzi e forme luminose; di incedere sonoro delle parole e dei testi di un Futurismo noto come quello di Marinetti, Boccioni, Corra, Balla; e di un Futurismo inedito legato alle esponenti femminili del movimento. E senza capire un’acca di New Age si è capito cos’è l’armonia cosmica, l’energia tra corpo e anima e il lento abbandonarsi a rumore-odore-colore della Nuova Era. La stessa che i futuristi avevano forse profetizzato con le loro ardite sperimentazioni. E questa benedetta signora Omaggio – che ancora qualcuno lega stupidamente a Canzonissima e alla Tivù – che della New Age è un’adepta e una maestra ci ha fatto capire cosa vuol dire prendere la volontà e piegarla ai voleri dell’arte, utilizzando voce, corpo e anima, danza indiana, la nobile arte del Tai Chi, sensualità e disciplina, nervi e cervello. La Omaggio sibila, guaisce, squittisce, urla, declama sui nastri magnetici delle onomatopee; bombarda, zampilla e tintinna dissolvendosi in molecole luminose, in pulviscoli evanescenti che la attraversano e la esaltano grazie alla sua bravura e ad un’équipe tecnica, ad una attrezzeria da far invidia ai grandi concerti rock. Insieme ad uno straordinario percussionista come Livio Matrone, che la accompagna per Palazzeschi, per il “Il Vooolooo” di Buzzi, per il “Bombardamento” di Marinetti; il “Manifesto della Lussuria” di Valentine de Saint Point o per la spiritualità di “La piazza del tempo” di Maria Ginanni. Un lavoro eccellente, di grande rigore, non sul futurismo ma autenticamente futurista che ha lanciato in visibilio Luce, figlia di Marinetti, presente con Antonioni e altri illustri spettatori alla prima. Uno spettacolo che certo non si ferma qui, e infatti è già stato invitato a Lincoln Centre di New York, risultato splendido del lavoro di tredici persone, tra cui ricordiamo Simona Cigliana, Enrico Maria La Manna, Riccardo Bergamini, Rosalba Stamatopulos.

Da La Stampa di domenica 31 agosto 1997
di Masolino D’Amico

Il mio pollice si è dunque alzato e ha mantenuto tale posizione fino al termine dell’estroso Zang Tumb Tumb (58′), tributo-rivisitazione aggiornata al teatro futurista storico concepita e diretta da Enrico Maria Lamanna. In uno spazio nero, con pannelli laterali bianchi ospitanti proiezioni e un impianto di luci mobili creatrici di molti effetti, accompagnata da musiche registrate su cui un infaticabile percussionista, Livio Matrone, impazza servendosi di un impressionante numero di strumenti, Maria Rosaria Omaggio dice, sussurra, gorgoglia, urla, brani da Marinetti, Palazzeschi, Boccioni, Maria Ginanni, ecc., servendosi dell’amplificazione, cosa in questo caso ultragiustificata, e indossando varie toilettes abilmente suggestive di una fantascienza da fumetti di Flash Gordon. L’insieme è affascinante per l’abilità e il ritmo con cui sono coordinati effetti luminosi e sonori, ma il merito principale va alla prova dell’attrice, che coglie subito la giusta nota di energia e di entusiasmo senza aver paura delle ingenuità di qualche brano; e quindi evitando la trappola di una facile ironia marcia sul filo di una dinamica eleganza. “Chapeau”.

Da L’Unità di agosto 1997

Spettacoli a luci forti o surreali alla rassegna di teatro contemporaneo
di Rossella Battisti

Una colorata pièce di teatro futurista, in cui la Omaggio si destreggia abilmente tra rumori marinettiani, arzigogoli a firma Palazzeschi e ritmi paroliberi. Diciamo la verità: non molti si sarebbero aspettati tanta bravura da una bellezza televisiva e altrettanto onestamente ne va riconosciuto il risultato.
Zang Tumb Tumb è spettacolo “magnetico” non solo nel titolo, grazie anche al contributo portante delle “impressioni ritmiche” di Enrico Maria Lamanna, l’acuta scelta dei testi di Simona Cigliana e i “guizzi luminosi” di Augusto Canu.

Da La Repubblica di martedì 26 agosto 1997
di Rodolfo Di Gianmarco

Una violenza formidabile di declamazioni, di canto, di trambusto fisico e di luci e musiche s’è registrata per il futuristico (ma non solo) Zang Tumb Tumb in cui Maria Rosaria Omaggio ha mostrato una levigatezza da elogio.

Da Il Corriere della Sera di lunedì 25 agosto 1997

Il caso Todi teatro shock
di Claudia Provvedini

Il lavoro però è andato così bene che Luce Marinetti, figlia del poeta, ha riferito a Maria Rosaria Omaggio: “Papà ti avrebbe adorato, faremo grandi cose per il 2000, magari un cd rom per gli Usa”.

Da Libertà di lunedì 25 agosto 1997

Il futurismo va in scena al Festival di Todi con la ritrovata Omaggio
di Enzo Zocaro (Ansa)

Luce Marinetti, figlia di Filippo Tommaso, in prima fila a battere le mani. Michelangelo Antonioni emozionatissimo nel ritrovare colori e illuminazioni di cui come regista si era servito spesso nei suoi film. Straordinario il rapporto suono-colore studiato in quegli anni sulla base del “teatro del colore”. L’esperimento si è rilevato pieno di efficacia avvalendosi di lastre trasparenti e di movimenti coreografici di notevole suggestione che imprimono alle diverse forme un dinamismo simultaneo e aggressivo. Il pubblico ne è rimasto colpito e incantato (diversamente da quanto accadeva in certe proposte futuriste che incontravano al loro tempo nella maggior parte del pubblico una netta avversione), subissando di applausi tutti gli autori e la brava Omaggio che rivela qualità interpretative fino ad oggi insospettate.

Da La Gazzetta di Parma di lunedì 25 agosto 1997

Omaggio a Marinetti. E Antonioni si commuove
di Enzo Zocaro (Ansa)
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Da L’eco di Bergamo di lunedì 25 agosto 1997

Il pubblico 70 anni dopo apprezza
Todi ha riproposto il teatro futurista
In platea Luce Marinetti e Antonioni
di Enzo Zocaro (Ansa)

Da Il Corriere dell’Umbria di lunedì 25 agosto 1997

Maria Rosaria Omaggio riscopre una straordinaria corrente artistica
Un tuffo nel futurismo
Zang Tumb Tumb, come allargare i confini del teatro
di Carmela Neri

Vedere “Zang Tumb Tumb” è capire in poco più di un’ora lo spirito di questo tempo, mentre un’era sta per finire e non s’accorge forse che Palazzeschi e il suo “Lasciatemi divertire” (sublime interpretazione della Omaggio, che ha meritato uno strepitoso bis) è assai più “pensiero positivo” dell’ultima canzone di Jovanotti; e come e più di quella è adatto a una reinvenzione rap; mentre ci illuminiamo di immenso (rosso, rosa, giallo, verde, viola, il caleidoscopio delle sensazioni e delle emozioni della mente).

Da Il Giornale di sabato 23 giugno 1997

Un Marinetti “futurista” con la voce della Omaggio
Affidate all’attrice le parti recitate della pièce
di Laura Novelli

Niente e nessuno viene risparmiato in questo montaggio delle attrazioni, che si fa avvolgente magia. La musica, ridotta a voce e ritmo, esplode in un acceso cromatismo; il corpo sprizza energia, le parole perdono senso per acquistare forma. Insomma, siamo all’apice delle possibilità generative della scena.

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